Nasce la rubrica psicologica CURIOSA-MENTE, con l’obiettivo di affrontare temi e problemi che ci stanno più a cuore, fornendo spunti di riflessione e quesiti sulla nostra vita e sulle relazioni con gli altri. Domande che forse non ci siamo mai posti e che sappiano ampliare i nostri orizzonti, con l’idea di fondo che la conoscenza non sta tanto nelle risposte che ci diamo, quanto piuttosto nelle giuste domande che ci poniamo. Potrete scegliere personalmente il tema da trattare in ogni articolo o porre domande alla psicologa, inviando una email a angelapagliaro1987@libero.it.
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Questa rubrica ha come fine quello di favorire una riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive
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Il disturbo di panico: quali sono i sintomi e chi ne è più predisposto.
Capita a tutti di sperimentare sensazioni di ansia: nei casi in cui sia motivata da ovvie ragioni di allarme o pericolo, costituisce una normale condizione transitoria di attivazione fisiologica, invece, quando insorge senza un reale motivo e in modo ripetitivo, possiamo trovarci di fronte a reazioni eccessive caratterizzanti l’ansia patologica o negativa. Il termine ansia esprime il vissuto soggettivo di agitazione e di apprensione che si può accompagnare ad un grado elevato di arousal associato ad uno stato d’animo negativo. Un’importante distinzione è quella di Spielberger fra “ansia di stato”, che è una condizione transitoria, fluttuante nel tempo e si riferisce ad un particolare momento, e “ansia di tratto”, caratteristica relativamente stabile e duratura di personalità, una predisposizione generale a reagire a molte situazioni con un alto livello di ansia di stato.
È importante fare distinzione tra “ansia normale o fisiologica” e “ansia patologica”. La prima è uno stato di tensione psicologica e fisica che implica un’attivazione generalizzata di tutte le risorse
dell’individuo, consentendo così l’attuazione di iniziative e comportamenti utili all’adattamento. Essa è diretta contro uno stimolo che esiste realmente, rappresentato da condizioni difficili ed inusuali. Mentre, l’ansia patologica disturba in maniera più o meno notevole il funzionamento psichico, determinando una limitazione delle capacità di adattamento dell’individuo. È caratterizzata da uno stato d’incertezza rispetto al futuro, con la prevalenza di sentimenti spiacevoli. A volte si manifesta
senza una precisa causa riconoscibile, può essere diretta a particolari oggetti ed eventi imminenti o lontani. Spesso è associata ad altri problemi psicologici o psichiatrici, nonché conflitti irrisolti. Può manifestarsi con forte intensità provocando una sofferenza insopportabile, e causando comportamenti
di difesa che limitano l’esistenza, come l’evitamento di situazioni ritenute potenzialmente pericolose o di controllo attraverso la messa in atto di rituali di vario tipo. Tra i disturbi d’ansia ritroviamo il disturbo di panico. Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, in cui si verificano quattro o più dei seguenti sintomi: palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia;
dorazione; tremori fini o grandi scosse; dispnea o sensazione di soffocamento; sensazione di asfissia; dolore o fastidio al
petto; nausea o disturbi addominali; sensazione di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento; brividi o vampate di calore; parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio);
derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi); paura di perdere il controllo o di addirittura impazzire; paura di morire. Ma chi sono le persone che vengono colpite più facilmente da attacchi di panico? In realtà, stranamente, sono proprio quelle persone che nella vita di tutti i giorni non perdono mai il controllo e si mostrano sempre come padroni di sé. Ma abbiamo anche il razionale, che predilige la logica e mette in secondo piano il lato emotivo e istintivo. Poi c’è il non autonomo, che per timore di perdere l’affetto e il sostegno di persone a lui care fa di tutto per non deluderle, e in tal modo fa enorme fatica a prendere decisioni autonomamente. Ritroviamo anche il perfezionista, che invece di essere se
stesso, costruisce la sua immagine seguendo un ideale di perfezione che lo allontana da ogni spontaneità e individualità.
Ogni giorno ci costruiamo un immagine di uomo o donna forte, una sorta di guerriero/amazzone per difenderci dai nemici e da una vita a volte considerata troppo stressante e pesante da affrontare. Un
uomo che provvede alla propria famiglia con il timore di non arrivare economicamente alla fine del mese; una donna che deve conciliare il lavoro e i figli, con il timore di non riuscire ad essere una buona madre; il dolore di aver perso qualcuno che amiamo; la fine di una storia sentimentale; la paura per quell’esame universitario che abbiamo già provato più volte ed è l’ultimo che ci separa dal traguardo; la preoccupazione per l’interrogazione con il professore che ci incute così tanto terrore; il timore del giudizio degli altri e di parlare in pubblico. E così nascondiamo il nostro dolore e le nostre
incertezze dietro un muro di apparente sicurezza, quell’armatura che ci siamo costruiti di giorno in giorno. In tal modo, nell’affermare l’indipendenza a tutti i costi, quella parte “fragile” di noi si è messa ad urlare tramite il panico, come un grido d’aiuto, un risarcimento per non essere mai stato
considerato a sufficienza. Allentare il controllo è la cosa più difficile per chi è predisposto all’attacco di panico, ma è la chiave che permetterà ad esso di ridimensionarsi. Quando si verifica tale attacco, per prima cosa bisogna mettersi comodi, allentare tutto ciò che ci crea costrizioni al collo, come una cravatta, una sciarpa, un foulard, slacciare gli indumenti stretti, più si è liberi e leggeri, prima la crisi svanirà. Bisogna lasciarsi andare completamente, abbandonarsi, questo serve a disinnescare la forza dell’attacco e a farlo scomparire il prima possibile. Il trattamento elettivo per la cura dei disturbi d’ansia è la psicoterapia cognitivo comportamentale, che può essere associata ad un trattamento farmacologico. Tale psicoterapia mira ad eliminare o ridurre i sintomi dell’ansia e a raggiungere un adeguato adattamento dell’individuo all’ambiente utilizzando tecniche comportamentali e tecniche di ristrutturazione cognitiva.